Dalle vestali dell’Antica Roma al royal wedding che lo riportò in auge, capiamo perché ci si sposa in bianco
È riconosciuto dall’immaginario collettivo come il colore più puro, candido e immacolato che esista, eppure questo non basta a rispondere a una domanda che ancora oggi desta (tanta, se non tantissima) curiosità: perché ci si sposa in bianco? Secondo un sondaggio condotto da Brides Magazine, la percentuale di spose che non ha rinunciato al vestito bianco nel 2018 è stata pari all’83%. Ma è davvero è tutta (pura) tradizione? O è qualcosa di ancor più profondo e ancestrale a legare il genere femminile all’ideale di abito bianco?

Alla voce “perché ci si sposa con l’abito bianco” ha provato a dare qualche spiegazione – nell’ormai lontano agosto 1849 – anche la rivista Godey’s Magazine and Lady’s Book. Come spiega anche lifehacker.com.au, il magazine in questione pubblicò in quell’anno un articolo intitolato Etiquette of Trousseau: “La tradizione, da tempo immemore, ha deciso che il bianco è il colore più appropriato [per un abito da sposa], simbolo emblematico di freschezza e purezza della gioventù femminile”, scrisse la testata. Certo, vero è che quello era il 1849 e che le odierne generazioni di donne (femministe e non, figlie del nuovo millennio) potrebbero far non poca fatica e ritrovare sé stesse in una citazione tanto retrodatata. Ecco allora che ad aggiungere un tassello (storico) in questo discorso arriva Marlise Schoeny, curatrice dell’Historic Costumes and Textiles Collection della The Ohio State University. “La pratica del vestito bianco risale a più di 2mila anni fa, e affonda le sue radici ai tempi dell’Antica Roma (509 a.C – 27 d.C) quando le spose erano solite indossare una tunica bianca – spiega l’esperta. – Tale colore rappresentava la purezza, incarnando così la castità della donna e il suo conseguente passaggio (di appartenenza, ndr) dal padre al marito. Era inoltre associato a Vesta, la divinità vergine di terra, casa e famiglia venerata dalle monache vestali che a loro volta indossavano abbigliamento bianco per distinguersi”.
Cosa accadde poi all’abito da sposa bianco con la caduta dell’Impero Romano?
Semplicemente, conferma ancora Marlise Schoeny, cadde in disuso: “A partire dal Medioevo fino alla metà del 19esimo secolo, la maggior parte delle spose iniziò a indossare il miglior abito che avesse a disposizione o ne acquistava uno nuovo da poter poi indossare nuovamente. Il bianco non era più una scelta pratica per un mondo privo di acqua corrente e in cui il bucato doveva esser fatto a mano”. Fin qui tutto chiaro (e anche estremamente contestualizzabile nei tempi che furono), ma qual è allora il passaggio definitivo che ad oggi ci ricollega al tradizionale abito bianco? Nella storia del costume, il momento cruciale a detta dell’esperta è il royal wedding del 10 febbraio 1840: la Regina Vittoria convolò a nozze con il principe Alberto e indossò, per l’occasione, un vestito da sposa bianco (in foto, sotto). La notizia fece il giro del mondo dando vita a una vera e propria tendenza: il vestito bianco, da quel momento in poi, non rappresentò più la purezza bensì un autentico stato di nobiltà. Lo stesso lusso che, ancora oggi, le donne amano concedersi nel giorno più romantico e importante della propria vita.


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